Oscar Pistorius è stato formalmente incriminato per omicidio dal tribunale di Pretoria, in Sud Africa. Da questa mattina stava cercando di spiegare ai giudici la sua "verità". Passata la prima notte di detenzione preventiva, era arrivato in tribunale intorno alle 7.45: ieri il campione paralimpico aveva ucciso la sua compagna, la modella Reeva Steenkamp, con quattro colpi di pistola. Doveva rispondere di omicidio volontario, dato che la polizia non crede alla sua versione. L'atleta aveva spiegato agli inquirenti come l'omicidio fosse stato un tragico incidente: aveva scambiato la fidanzata per un ladro, perché la ragazza si era introdotta di nascosto, alle 4 di notte, per una sorpresa di San Valentino. Ma nella giornata sono emersi particolari non irrilevanti: gli agenti erano già stati avvertiti per alcune "segnalazioni domestiche", probabilmente litigi tra la coppia, insieme dallo scorso novembre. Mentre altri media spiegano come l'atleta nascondesse in casa una pistola, accanto al letto: un'arma che non avrebbe potuto possedere, dati i precedenti di violenza domestica.
Non era la prima volta che l'atleta aveva problemi con la giustizia. La prima volta quando, durante una folle corsa sul fiume con un motoscafo, aveva sbattuto con un pontile, perdendo il controllo del mezzo e inabbissandosi. Allora si era salvato grazie ad un amico, che ha evitato che l'atleta annegasse: era stato sentito per ore dalle forze dell'ordine, che credevano si trovasse sotto effetto di alcolici. Ma riuscì a cavarsela. Un'altra volta era stata una vicina ad accusarlo, spiegando di non aver buoni rapporti con Pistorius e denunciando un'aggressione da parte dell'atleta. Il campione si difese parlando di "invidia della donna", che aveva tramato contro di lui. terraisolana
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